Una corona per gli assassini (Un trono per due sorelle - Libro Sette) by Morgan Rice

Una corona per gli assassini (Un trono per due sorelle - Libro Sette) by Morgan Rice

autore:Morgan Rice [Rice, Morgan]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Young Adult Fiction, Fantasy, Epic, Coming of Age, Girls & Women
ISBN: 9781640298866
Google: _OOUDwAAQBAJ
editore: Morgan Rice
pubblicato: 2019-04-25T13:47:43.829000+00:00


CAPITOLO VENTI

Will si abbassò sotto ai pezzi di pietra che cadevano mentre la raffica di cannonate colpiva un muro vicino. Sentì qualcosa che gli graffiava la guancia e quando vi portò la mano, la trovò macchiata di sangue. Non aveva certo tempo per controllare quanto profondo fosse il taglio, perché Lord Cranston stava sicuramente aspettando le più recenti informazioni sulla situazione dell’assedio.

“Pare che questa sia una faccenda tosta, vostra altezza,” esclamò un soldato del reggimento di Lord Cranston, indicando con il suo moschetto. Ci volle un po’ a Will per capire che l’uomo non lo stava prendendo in giro, per quanto lui si sentisse a disagio nell’essersi trovato a diventare principe per mezzo del suo matrimonio.

“Sarà anche più facile che prenderti denaro a carte, Johannes,” gli rispose Will.

L’uomo rise, e parve essere sul punto di aggiungere qualcosa, ma in quel momento un’altra cannonata andò a segno. Will si buttò piatto a terra, sentendo le schegge di proiettile che gli passavano sopra la testa. Johannes non fu altrettanto veloce.

“Un medico!” iniziò a gridare Will. “Abbiamo bisogno di un medico qui!”

Lo fece d’istinto, ma quell’istinto svanì quando vide il disastro di sangue e carne che era rimasto al posto dell’uomo. Qualsiasi medico che fosse stato capace di rimettere insieme quella roba sarebbe stato un mago più potente di Kate e Sofia.

In quel momento Will desiderava che fossero lì e allo stesso tempo era riconoscente che non ci fossero. Kate in particolare, perché non ci sarebbe stato modo di trattenerla dal lanciarsi nel mezzo della battaglia, e il pensiero che lo facesse lo terrorizzava. Bastò quasi a fargli superare il vuoto orrore che provava nel vedere l’uomo ridotto in quegli stati davanti a lui.

Afferrò il moschetto di Johannes, che era in un certo senso ancora intatto, anche se l’uomo che lo reggeva non lo era. D’istinto Will balzò sopra al bastione, sparando contro la massa di nemici sotto di lui.

“Morite!” gridò loro, come se così potesse farlo succedere. La verità era che non poteva neanche capire se i suoi spari andassero a segno o no.

Will corse verso Lord Cranston, che camminava noncurante in mezzo agli uomini come se non si stesse svolgendo niente di più che una festa in giardino. Pareva un’immagine profondamente folle, ma del resto non c’era nulla di sano in quello che stava succedendo ora. Will si fermò davanti a lui, si mise sull’attenti e fece il saluto.

“Penso che di questo possiamo fare a meno, Will,” disse. “Che notizie hai della gente dell’artiglieria?”

“Stanno prendendo una batosta,” disse Will, “ma le loro postazioni li stanno almeno coprendo. Penso che un paio di posizioni nemiche siano saltate.”

“Bene,” disse Lord Cranston. “Devono restare attivi. Se riusciamo a privare i nemici dei loro cannoni, dovranno entrare in città nel modo più lento.”

“Non so se riusciremo a prenderli tutti,” disse Will.

Lord Cranston scrollò le spalle. “Se un uomo mira alla perfezione, può almeno attenersi all’eccellenza. Io decido che la metà di loro siano messi a tacere.”

“Riferirò l’ordine,” disse Will.

“Penso che per il momento lo sappiano,” disse Lord Cranston.



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